Speculum. De l’autre femme


Mostra a cura di Ilaria Bernardi

In concomitanza con la Giornata Internazionale della Donna, l’Associazione Genesi presenta a Bruxelles, al Parlamento Europeo, una mostra curata da Ilaria Bernardi, dedicata ai diritti delle donne. La mostra è costituta da 12 opere, facenti parte della collezione d’arte contemporanea dell’Associazione stessa, realizzate da 12 note artiste internazionali che inducono una riflessione su importanti tematiche legate ai diritti umani, interpretandole dal punto di vista femminile.

Il titolo della mostra, Speculum. De l’autre femme, cita l’omonimo libro di Luce Irigaray (Bernissart, 1930), psicoanalista e filosofa di origine belga ma francese di adozione, edito nel 1974 e diventato una delle pietre miliari del pensiero femminista europeo. Attraverso l’identità franco-belga dell’autrice di questo volume, la mostra al Parlamento Europeo ne collega idealmente le due sedi: Strasburgo (Francia) e Bruxelles (Belgio).

Il titolo Speculum fa riferimento allo specchio concavo con cui in ginecologia si guarda all’interno del corpo femminile. Come sostiene Luce Irigaray, in tutta la storia del pensiero occidentale la donna non ha mai avuto un posto, una collocazione, una rappresentazione che non fosse ordinata secondo parametri maschili: è dunque necessario fondare un nuovo mito dell’origine che contempli pienamente e renda giustizia finalmente all’alterità femminile, l’altra donna citata nel titolo. L’obiettivo del libro di Irigaray, mutuato dalla mostra al Parlamento Europeo, è dare finalmente voce alla donna per parlare di sé e dotarla di immagini per rappresentarsi non più come riflesso del modello maschile di riferimento, ma come alterità femminile ora libera di affermare con fierezza la sua intrinseca diversità e i suoi conseguenti diritti.

Le 12 opere esposte nella mostra al Parlamento Europeo inducono una riflessione su sei tra le più importanti tematiche legate ai diritti umani, interpretandole dal punto di vista femminile: 

–       La memoria di un popolo attraverso le opere di Anna Boghiguian (Il Cairo, Egitto, di origine Armena, 1946) e Małgorzata Mirga-Tas (Zakopane, Polonia, 1978);

–       Un’identità multiculturale attraverso le opere di Otobong Nkanga (Kano, Niger, 1974) e Silvia Rosi(Scandiano, Reggio Emilia, Italia, 1992);

–       Le vittime del Potere attraverso le opere di Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957) e Binta Diaw (Milano, 1995);

–       Il colore della pelle attraverso le opere di Zanele Muholi (Umlazi, Durban, Sudafrica, 1972) e Betye Saar (Los Angeles, CA, Stati Uniti, 1926);  

–       La condizione femminile attraverso le opere di Monica Bonvicini (Venezia, 1965) e Zoë Buckman (Hackney, Londra, Regno Unito, 1985); 

–       La tutela dell’ambiente attraverso le opere di Elena Mazzi (Reggio Emilia, Italia, 1984) e Tala Madani (Tehran, Iran, 1981).

La mostra restituisce dunque voce alle donne in merito a importanti tematiche legate ai diritti umani, permettendo loro di re-integrarsi nella Storia ufficiale del mondo dalla quale per millenni sono state escluse.

Main sponsor: Eni e Intesa Sanpaolo.

La mostra è realizzata con il contributo di Brandart.

Sponsor tecnici: Open Care – Servizi per l’Arte, Hidonix e Start.

Cover: Anna Boghiguian, Back to the Roots, 2019. [Photo: © Markus Woergoetter. Courtesy Anna Boghiguian e KOW Gallery, Berlino]

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