Alfredo Jaar
(Santiago del Cile, Cile, 1956)

Embrace, 1995


Video, 1’
Ed. 2 AP di un’edizione di 6 + 3 AP
[Photo: Copyright Alfredo Jaar. Courtesy Alfredo Jaar e Galleria Lia Rumma Milano-Napoli, by SIAE 2021]


Alfredo Jaar riflette su situazioni di urgenza umanitaria, di oppressione politica e di emarginazione sociale, di scarsa considerazione dei diritti umani e civili. Si concentra in particolare su situazioni che la nostra coscienza tende a rimuovere e sulla retorica attraverso la quale i media manipolano e trasmettono le informazioni, per invece dare voce alle vittime di quei soprusi. 

Nel video Embrace due giovani ragazzi di colore si abbracciano l’un con l’altro, suggerendo l’idea di amicizia, sostegno, ma anche di forte disagio nei confronti di ciò che stanno osservando e che a noi non è dato di vedere. Possiamo però dedurre dal loro linguaggio del corpo che si tratta di qualcosa di sconcertante. 

L’opera fa parte di The Rwanda Project (1994-2000), una serie di ventuno lavori sul genocidio ruandese del 1994, nei quali l’artista sceglie di evocare, senza mostrare, le storie di dolore legate a quel tragico evento, per non aggiungere ad esso altre immagini di violenza, aprendo invece uno spazio all’immaginazione dello spettatore chiamato a riflettere e a completare l’immagine. 

Alfredo Jaar è un artista, architetto e regista che vive e lavora a New York. Ha partecipato alle Biennali di Venezia (1986, 2007, 2009, 2013), e di San Paolo (1987, 1989, 2010) e a Documenta a Kassel (1987, 2002). Tra le sue numerose mostre personali ci sono quelle al New Museum of Contemporary Art, New York; Whitechapel, Londra; Museum of Contemporary Art, Chicago; Moderna Museet, Stoccolma. Jaar ha realizzato più di settanta interventi pubblici in tutto il mondo e sono state pubblicate oltre sessanta pubblicazioni monografiche sul suo lavoro. Le sue opere si trovano nelle più importanti collezioni e musei internazionali, come il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, la Tate di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. Già Guggenheim e MacArthur Fellow, Jaar ha ricevuto l’Hiroshima Art Prize nel 2018 e l’Hasselblad Award nel 2020.


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