Guantone da boxe, tessuti vintage e catena
40,5 x 28 x 20,5 cm
[Photo: Jason Mandella. Courtesy Zoë Buckman e Pippy Houldsworth Gallery, London]
Zoë Buckman colleziona tessuti domestici vintage in quanto parlano della casa e dunque dell’esperienza femminile. Nelle sue opere sottolinea quanto sia sbagliato distinguere e suddividere nettamente le identità maschile e femminile, i relativi ruoli e potenzialità, come invece la società spinge a fare.
Il guantone da box (elemento tipicamente maschile) rivestito di tessuti (elemento tipicamente femminile) include in sé la dualità tra uomo e donna, attacco e difesa, forza e vulnerabilità, violenza e sottomissione. In questo modo l’artista evoca le aggressioni che le donne affrontano ogni giorno. Con l’uso di materiali tra loro apparentemente discordanti – materiali duri come il metallo della catena a cui il guantone da box è attaccato, e materiali morbidi come i tessuti –, Buckman sottolinea ulteriormente il rimando alle violenze di genere e sottende non solo la possibilità delle donne di essere al contempo ‘morbide’ e ‘dure’, ma anche la necessità di esserlo.
Zoë Buckman è un’artista multidisciplinare che lavora con la scultura, installazione, e fotografia, esplorando le tematiche del femminismo, mortalità, e uguaglianza. Mostre personali di rilievo sono: Nomi alla Pippy Houldsworth Gallery, Londra; No Bleach Thick Enough, alla Pippy Houldsworth Gallery, Londra; Heavy Rag alla Fort Gansevoort Gallery, New York; Let Her Rave alla Gavlak Gallery, Los Angeles; e Imprison Her Soft Hand al Project for Empty Space, Newark. Buckman ha studiato presso l’International Center of Photography (ICP), ha vinto l’Art Matters Grant, The Art Change Maker Award presso The New Jersey Visual Arts Center, e The Art and Social Impact Award presso il Baxter St NYC, e ha svolto una residenza presso Mana Contemporary. Buckman vive e lavora a Brooklyn, New York.