Shilpa Gupta
(Mumbai, India, 1976)

For, In your tongue, I cannot fit, 2019


Legno, metallo, lampadine, vetro
200 x 178 x 40 cm
Ed. 3/5 di un’edizione di 5
[Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio. Courtesy Shilpa Gupta e GALLERIA CONTINUA]


Tema centrale della ricerca di Shilpa Gupta è la violazione come strumento identitario delle culture repressive; ossia quanto il Potere determini i confini sociali, culturali e psicologici nella vita pubblica. L’artista rivela le diffuse aporie sociali che includono barriere di genere e di classe, differenze religiose, apparati statali repressivi. Si interessa, in particolare, al modo in cui le informazioni vengono trasmesse e interiorizzate nella vita quotidiana. Da qui l’importanza conferita dall’artista all’atto di vedere, recuperare e ricordare. 

For, In your tongue, I cannot fit fa parte di una serie di lavori dallo stesso titolo, di cui uno è stato esposto alla Biennale di Venezia nel 2019, dedicati a cento tra scrittori, poeti, pensatori, di ogni epoca e provenienza, che, per i loro pensieri, sono stati vittime di carcerazioni, persecuzioni, esecuzioni, censure. Si presenta come una libreria in legno dotata di lampadine che illuminano alcuni libri realizzati con lo stesso metallo con cui sono prodotti i fucili dell’esercito indiano. Si ispira a Imadaddin Nasimi, poeta turco di lingua azera vissuto tra la metà del XIV secolo e i primi anni del XV e condannato a morte dalle autorità religiose per le sue idee considerate blasfeme.

Shilpa Gupta vive e lavora a Mumbai, dove ha studiato scultura alla Sir J. J. School of Fine Arts. Il lavoro di Gupta è stato esposto in importanti istituzioni e musei internazionali come Tate Modern, Museum of Modern Art, Louisiana Museum, Centre Georges Pompidou, Serpentine Gallery, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Mori Museum, Solomon R. Guggenheim Museum, ZKM, Kiran Nadar Museum e Devi Art Foundation. Gupta ha partecipato a numerose biennali tra cui: 58a Biennale di Venezia (2019), Kochi Muziris Biennale (2018), NGV Triennale (2017), Berlin Biennale (2014), New Museum Triennale (2009), Sharjah Biennial (2013), Lyon Biennale (2009), Gwangju Biennale (2008), Yokohama Triennale (2008) e Liverpool Biennial (2006). Il suo lavoro è nelle collezioni di importanti musei e istituzioni, come il Solomon R. Guggenheim Museum e il Centre Georges Pompidou.