Acrilico, pennarello su mappa
150 x 100 cm
[Photo: Ludovica Magnini. Courtesy Zehra Doğan]
Zehra Doğan è un’artista e attivista curda nota per essere stata arrestata e condannata per aver pubblicato sui social media un suo dipinto raffigurante la distruzione di Nusaybin dopo gli scontri tra le forze di sicurezza e gli insorti curdi. Nei 1022 giorni di prigionia, vissuti in tre diverse carceri turche (Mardin, Diyarbekir e Tarsor), è riuscita a realizzare numerose opere su ogni tipo di supporto e materiale (cenere di sigaretta, sangue mestruale, curcuma). L’utilizzo di materiali e supporti di recupero – come il tappeto in Shahmeran e la mappa dell’Impero Ottomano in Kurdistan 3 – caratterizza anche la sua produzione successiva a quel periodo.
La sofferenza scaturita dalla reclusione ha scatenato nell’artista l’urgenza di dar corpo ai suoi stati d’animo, attingendo al grande incubatore d’immagini che è il sogno. Da qui sono nate le aggrovigliate figure umane e animali cariche di rimandi allusivi alla mitologia curda, nonché le visioni in continuo dinamismo metamorfico. Intrinseco a queste opere è l’invito a combattere contro il patriarcato nella società curda che ha portato l’artista e numerose altre donne a vivere l’esperienza drammatica del carcere.
Zehra Doğan si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Dicle ed è co-fondatrice di JINHA, la prima agenzia di stampa tutta femminile. Ha ricevuto diversi premi, tra cui l’Exceptional Courage in Journalism Award dalla May Chidiac Foundation (2019), il Freedom of Expression Award nella categoria Arte dall’Index on Censorship (2019), il Courage in Journalism Award dall’International Women’s Media Foundation (2018), il Freethinker Prize dalla Swiss Association of Free Thinkers Frei Denken (2017). Doğan ha partecipato alla Biennale di Berlino, 2020 e le sue opere sono state esposte al PAC di Milano, 2021, al Nassauischer Kunstverein, Wiesbaden, 2020, al Drawing Center, New York, 2019, alla Tate Modern, Londra, 2019, all’Opéra de Rennes, Francia, 2019, al Festival des Autres Mondes, Pays de Morlaix, 2018.