Paulo Nazareth
(Minas Gerais, Governador Valadares, Brasile, 1977)

MC – Bestiary of Capital, 2019


Origami realizzati con la collezione di valute internazionali dell’artista; 4 esemplari
dimensioni variabili
cad. 10 x 30 x 20 cm (con plexiglass)
[Photo: Courtesy Paulo Nazareth e Mendes Wood DM, São Paulo, Brussels, New York]


Per oltre un decennio Paulo Nazareth è stato in prima linea sulla questione relativa alla conservazione dell’ambiente, in particolare in Brasile, nelle Americhe e in Europa, riflettendo sullo sfruttamento e sulla mercificazione del mondo naturale.

Bestiary of Capital si compone di banconote trovate e collezionate dall’artista durante il suo continuo e nomadico viaggio nel mondo. Ciascuna banconota raffigura uno o più animali, dal valore simbolico-identitario per il popolo produttore di quella valuta, ma per lo più estinti. Metaforicamente, Nazareth restituisce loro vita mediante la realizzazione di origami che ne replicano esattamente la forma, utilizzando le stesse banconote ove sono raffigurati. Evocando il sistema capitalistico basato su denaro e immagini-simbolo, l’artista rinvia altresì a un terzo elemento proprio di tale sistema: quello del debito, ma in questo caso concepito come debito dell’uomo nei confronti del mondo naturale che ha sfruttato fino a far divenire merce la vita stessa degli animali.

Paulo Nazareth ha tenuto recenti mostre personali presso l’ICA Miami, Miami (2019); Museu de Arte da Pampulha, Belo Horizonte (2018); Mendes Wood DM, San Paolo (2017); Meyer Riegger, Berlino (2015); Institute for Contemporary Arts, Londra (2014); MASP, Museum of Art São Paulo (2013). Nell’ambito di mostre collettive, ha esposto al Kunstverein di Hannover, Hannover (2020); MO Museum, Vilnius (2019); Staatliche Museen zu Berlin, Berlino (2018); MMK Museum für Moderne Kunst, Francoforte sul Meno (2018); Remai Modern, Sasktoon (2017); Kunsthal KAdE, Amersfoort (2016); SITO Santa Fe, Santa Fe (2016); Rubell Family Collection, Miami (2016). Ha inoltre esposto in occasione della 22a Biennale di Sydney, Sydney (2020); di Prospect.4 Triennial, New Orleans (2017); della 56a Biennale di Venezia, al Padiglione America Latina, Venezia (2015).