Pascale Marthine Tayou
(Yaoundé, Camerun, 1967)

Totem Cristal, 2019


Cristallo, materiali vari
183 x 50 x 48 cm
[Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio, © ADAGP, Paris. Courtesy Pascale Marthine Tayou e GALLERIA CONTINUA, by SIAE 2021]


Pascale Marthine Tayou predilige materiali riciclati che considera ‘ritrascrizioni’, come se gli oggetti avessero una propria anima in continua evoluzione, capace di aprirli a infinite mutazioni. Desidera indurci a percepire i materiali e gli oggetti in modo differente, sottendendo anche la loro diversa provenienza culturale. Grazie alla loro giustapposizione sottolinea l’importanza del riciclo per la salvaguardia dell’ambiente, e al contempo riesce a fondere luoghi e tempi differenti.

Esemplifica questa sua ricerca Totem Cristal che, come le altre sculture in cristallo della serie di cui fa parte, è adorna di oggetti riciclati provenienti da territori e tempi lontani, per far riferimento sia all’Africa sia all’Occidente, in quanto queste opere sono state realizzate a Colle Val d’Elsa in Toscana.

Pascale Marthine Tayou vive e lavora a Gand, in Belgio, e a Yaoundé, in Camerun. Fin dall’inizio degli anni ’90 e dalla sua partecipazione a Documenta 11 (2002) a Kassel e alla Biennale di Venezia (2005, 2009), è noto a un vasto pubblico internazionale. Il suo lavoro è caratterizzato dalla sua variabilità, in quanto nel suo lavoro artistico non si limita né a un mezzo né a un determinato insieme di temi. Sebbene i suoi temi possano essere vari, tutti hanno come punto di partenza l’artista stesso come persona. Già all’inizio della sua carriera, Tayou aggiunse una “e” al suo nome e al suo secondo nome per dare loro una lettera finale femminile, prendendo così ironicamente distanza dall’importanza della paternità artistica e delle attribuzioni maschio/femmina.